Seguito di
Condemned, compie un deciso cambio di passo pur mantenendo il protagonista e stante la storia una prosecuzione dell'episodio
precedente. L'impatto eccezionale del primo titolo non poteva essere eguagliato, e infatti i programmatori non ci hanno nemmeno provato.
Condemned 2, se da un lato esegue un
rilancio tipico dei sequel (più personaggi, più locationn, più varietà nelle missioni), dall'altro modifica sufficientemente tematiche e atmosfere da costituire un autentico "nuovo capitolo" anziché una specie di
remake al contrario di quanto avviene nelle franchise più convenzionali.
Disgraziatamente non tutto fila per il verso giusto. La scelta di abbracciare una struttura narrativa risaputa - fantapolitica vecchio stile, con "potenti della Terra che complottano per conservare le poltrone e tenere le masse assoggettate" - alla prova dei fatti si dimostra poco felice. L'intreccio è troppo stipato di luoghi comuni per alimentare adeguata suspense, inoltre si ritrova frammentato dalla continua dislocazione spazio-temporale.
Per fortuna la confermata formula interattiva a base di cruente battaglie corpo a corpo rimane ottima e coinvolgente, e il gioco emana non poco fascino dal punto di vista visuale grazie ad ambientazioni qua e là bizzarramente allucinate, tuttavia non basta a eguagliare l'implacabile tensione e la geometrica compattezza del prototipo.
Più interessante che riuscito,
Condemned 2 funziona solo a tratti e tende a girare a vuoto qua e là smarrendo buona parte del potenziale orrorifico.
Agli autori Monolith va riconosciuto il merito di aver cercato una strada nuova, ma non quello di averla trovata.
Trama:
Gli eventi si svolgono undici mesi dopo quelli di "Condemned".
Metro City. Ethan Thomas, traumatizzato dalle terribili esperienze, ha rassegnato le dimissioni dal Fbi ed è diventato un alcolista e un relitto umano. La sua stabilità mentale è ulteriormente minata da continue allucinazioni in cui una sorta di alter-ego lo sbeffeggia. Intanto la follia collettiva impazza per tutta la città e sempre più persone cadono preda di un'inspiegabile furia omicida che le spinge ad aggredire qualsiasi essere vivente senza motivo.
E' il direttore del Bureau, Farrell, a decidere il rientro di Ethan quando Malcolm Vanhorn (già apparso nel primo episodio) scompare dopo aver lasciato un messaggio in cui pregava di avvertire Thomas che “lui” è ritornato. Di malavoglia, Ethan rientra nei ranghi affiancato dalla vecchia partner Rosa e dall'antipatico agente speciale Dorland.
Rimettersi in carreggiata non è facile, visto che le allucinazioni e il delirium tremens dovuti all'alcolismo non concedono tregua, ma l'istinto da detective permette a Ethan di localizzare il cadavere di Vanhorn, a quanto pare assassinato dal pericolosissimo Serial Killer X (l'antagonista del primo episodio). La minaccia peggiore, però, non è costituita tanto da SKX quanto dai membri di un'organizzazione segreta di portata mondiale, gli Oro (dal verbo latino "orare", pregare), capace di dominare le masse senza che queste se ne accorgano emettendo suoni ipnotici grazie all'innesto di speciali componenti metalliche nella carne. Ethan dovrà, per quanto possibile, combattere SKX, scoprire il piano segreto degli Oro e, ultimo ma non ultimo, sconfiggere i demoni che divorano la sua mente e la sua psiche.
Grafica e gameplay:
Come nel coevo F
.E.A.R. 2: Project Origin, la grafica di
Condemned 2
sfrutta l'ultimo aggiornamento della versione Jupiter Expanded del Lithtech Engine.
Le migliorie sono evidenti e poco importa se l'opera rispetto ad altri giochi in Prima Persona risulta meno dettagliata: la franchise non ha mai fatto della grafica il proprio punto di forza. Anzi, texture eccessivamente pulite avrebbero probabilmente danneggiato le atmosfere cupe.
Il gameplay si focalizza ancora su cruenti battaglie in Prima Persona a base di armi bianche non convenzionali (assi di legno, sbarre arrugginite), ma c’è spazio anche per qualche significativa variante. Ogni arma bianca è destinata a rompersi, quindi il gioco incoraggia ricambi frequenti (peraltro presenti anche nel primo capitolo). La capienza dell’inventario è ancora limitata a un’arma alla volta, salvo a gioco avanzato quando Ethan guadagna una fondina in cui riporre eventuali pistole. Ora è pure possibile lottare a pugni nudi ed eseguire combo di attacchi a catena “caricabili”. Le armi da fuoco sono più valorizzate e Thomas è in grado di ricaricarle anche se non di stivare munizioni. Il
delirium tremens che affligge il protagonista rende la mira molto tremolante, a meno che Ethan non trinchi un po’ di liquore di tanto in tanto. I colpi di grazia a base di cazzotti e colli spezzati sono stati sostituiti da “esecuzioni ambientali” (teppisti scagliati con la testa dentro un televisore o contro un muro pieno di spuntoni).
Come nel primo
Condemned, Ethan esegue investigazioni tramite apparecchiature sofisticate, ma stavolta il tutto è implementato in maniera più convincente. Corrette indagini da parte del player fruttano “punti” che permettono a Thomas di acquisire
upgrade
per i livelli successivi, tipo maggiore energia vitale o un’armatura corporea. Nella fase finale del gioco Ethan ottiene il potere speciale della “Voce” con cui può generare un’onda sonora capace di provocare danni massimi.
Condemned 2 contempla anche il multiplayer (invero non molto interessante) e diverse mappe con giocabilità “arcade”, del tutto avulse dal contesto narrativo.
Le
location sono più numerose e vivaci rispetto al primo episodio, ma la trama debole e scontata rende l'insieme piuttosto dispersivo, a discapito di tensione e paura. Alla resa dei conti, il primo
Condemned
era meno rifinito e variegato ma assai più compatto e angosciante.
Analisi:

Oltre al comparto grafico,
Condemned 2
condivide con
F.E.A.R. 2: Project Origin
(realizzato pressoché in contemporanea) la discutibile scelta di basare l'intreccio su vetusti soggetti fantapolitici che paiono riesumati da passatelli film anni '70. Forse il modello narrativo degli autori Monolith era
Resident Evil
e la sua intricata e fascinosa saga sulla multinazionale Umbrella, ma in tal caso la freccia ha mancato il bersaglio di chilometri. Ed era inevitabile che lo mancasse, visto che la franchise Capcom - tipicamente giapponese - metabolizzava e rivitalizzava certi luoghi comuni con gustoso senso dell'eccesso, senza alcuna pretesa di realismo. Inoltre in
Resident Evil
la fantapolitica serviva più che altro da pretesto, come "tela" su cui spennellare turgidi affreschi a base di conflitti di caratteri, adrenaliniche tempeste emotive, soluzioni estetiche insolite.
Invece Monolith, come è consueto per le software house occidentali, prende tutto troppo sul serio e si ostina a cercare una verosimiglianza non necessaria. La confezione è naturalmente impeccabile, ma la trama a base di società segrete con politici cattivi (presidente Usa compreso!) che complottano per sottomettere i popoli può interessare solo chi non ha mai visto una fiction di fantapolitica in vita sua, quindi il player ha seri problemi a sorprendersi per colpi di scena che provengono da molto lontano.
Condemned 2, per fortuna, funziona meglio del quasi-gemello
F.E.A.R. 2, un po' perché il suo peculiare gameplay è più originale, avvincente e intrinsecamente pauroso, un po' perché poggia su impalcature visive che generano suggestioni briose e coinvolgenti. Ciò non toglie che il gioco scricchioli, anche dal punto di vista contenutistico. Il difetto principale è che il significato profondo che dava anima al prototipo è venuto meno, e non è stato rimpiazzato da un tema parimenti valido. Il primo
Condemned
era una concretizzazione del teorema nietzschiano "se tu guardi nell'abisso, anche l'abisso guarda in te",
un'allucinata e al contempo lucidissima discesa dantesca negli Inferi (reali e metaforici) da parte dell'Uomo Medio. Il Bene e il Male diventavano indistinguibili; o meglio, il bene perdeva progressivamente le sue tinte per ridursi a una sfumatura del Male. L'emblema era costituito dal letale Serial Killer X, che eliminava pazzi assassini (quindi operando a fin di Bene) con metodi indistinguibili da quelli dei suoi bersagli, se non addirittura più feroci e finalizzati a un contrappasso che prevedeva solo indiscriminate sofferenze e spargimento di cascate di sangue (quindi compiendo il Male). Di tutto ciò in
Condemned 2
non c'è più traccia. Ciò non rappresenta un difetto a priori, dato che un banale remake sarebbe probabilmente riuscito solo ad annacquare la potenza del prototipo, ma l'assenza di un "tema forte" è comunque pesante.
Il gioco patisce anche l’eccessiva frammentazione spazio-temporale, che finisce col rendere ancor meno consistente un plot già esile di suo. L’opera si sfalda progressivamente e si riduce a una serie di sequenze ludiche spesso avvincenti, ma isolate: tessere sparse che non riescono a comporre un mosaico intero. Un netto passo indietro rispetto al primo monolitico
Condemned.
Persino il gameplay incoraggia questa dispersione. L’esempio migliore si può trovare nel capitolo 11, dove un Ethan Thomas in cerca di informazioni raggiunge la casa di montagna dell’amico Vanhorn e la trova occupata da un orso malato di idrofobia. Il player deve salvarsi dall’animale rabbioso, il cui attacco significa morte istantanea, e per riuscirci deve attraversare la labirintica dimora, infilarsi in angusti pertugi e infine trovare la maniera di eliminare il nemico con un unico attacco. Si tratta di un episodio ludico traboccante di tensione, forse il più visceralmente pauroso di
Condemned 2, ma purtroppo avulso dal contesto. L’orso idrofobo, infatti, non c’entra nulla con la trama; è
presente al solo scopo di offrire un'esperienza di gioco insolita. Non quaglia nemmeno la location
(la villa, immersa in paesaggi naturali ammantati di neve, appare fuori luogo rispetto agli ambienti urbani tipici della franchise), né il gameplay giacché i combattimenti di
Condemned 2
sono in genere diversamente impostati.
E purtroppo di esempi simili il gioco è pieno! L'unitarietà dell'opera vacilla di conseguenza, anche per i frequenti e spesso fastidiosi salti temporali. E' indubbio che gli autori Monolith abbiano
volutamente
puntato sulla varietà di situazioni, nemici e ambienti per non rischiare di rendere il gioco troppo simile al precedente capitolo, ma a farne le spese sono state soprattutto paura e tensione. La metodica costruzione della suspense, che era il fiore all'occhiello del primo Condemned,
stavolta non si verifica e al player restano solo i prevedibili salti dalla sedia.
Peccato, perché con più sforzi
Condemned 2
avrebbe potuto sviluppare un tema presente allo stato embrionale, quello del "gioco" inteso come latore di morte e distruzione quando eseguito da adulti anziché da bambini. Che la violenza sia il gioco più bello per parecchia gente mal cresciuta è un dato di fatto (su questo gli autori Monolith non si fanno illusioni, e noi nemmeno) e
Condemned 2
è ricco di situazioni dove aggressori e vittime giocano come gatti coi topi. La vivacità visuale genera l'atmosfera spensierata, mentre il contesto orrorifico "traduce" gli spunti ludici in azioni crudeli, il tutto senza scarti bruschi e con molta naturalezza. Da questo punto di vista l'episodio migliore è quello in cui Ethan esplora una fabbrica di bambole in rovina: al suo interno vi trova bambolotti carini ma letali, carichi di esplosivi e dall'incedere 'zombesco'. Altrettanto letale è l'artefice della fabbrica, una donna matura infilata in un grottesco costume da lolita che maneggia quello che in apparenza sembra un lecca-lecca e invece si rivela una pericolosissima sega circolare. Purtroppo il tema del "gioco per adulti" resta solo accennato e mai approfondito, disperso nella sostanziale frammentarietà dell'opera.
Inferiore alla somma delle sue parti,
Condemned 2
garantisce senza dubbio più brividi della media dei survival di 7° generazione, tuttavia lascia l'amaro sapore di un'occasione in gran parte mancata.
Versioni:
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Il gioco è solo per Xbox 360 e PlayStation 3 (niente versione PC, a differenza del primo capitolo). La modalità multiplayer contempla numerosi minigiochi piuttosto originali, ma alla lunga ripetitivi.
Microsoft Xbox 360 (2008)
Sony PlayStation 3 (2008)
Marco "Night Walker" Montericcio
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