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JACK IN THE DARK
Id., Francia 1993 - Software house: Infogrames
Publisher: Interplay Entertainment Corp.
Production Designer: Patrick Charpenet
Screenplay: Hubert Chardot, Frédéric Cornet, Christian Nabais
Animazioni: Frédérique Bourgin, Jean-Marie Nazaret
Musiche e effetti sonori: Frédéric Mentzen Regia: Franck De Girolami

 


   Delizioso horror deformed ante-litteram realizzato dalla Infogrames a scopo pubblicitario e distribuito gratuitamente il Natale del 1993 in un unico floppy-disk e sulle BBS (le apripista del World Wide Web) per promuovere l'uscita di Alone in the Dark 2.
Si tratta sostanzialmente di un piccolissimo spin-off dal respiro assai corto, ma con una storia completa, del tutto autonoma dal punto di vista narrativo.
Jack in the Dark e AITD2 condividono di fatto solo il motore grafico e qualche elemento ipertestuale, in particolare il personaggio della bambina Grace Saunders. Anche i rispettivi gameplay sono abbastanza differenti dato che JITD è costituito unicamente da puzzle ambientali mentre AITD2 insiste su sparatorie e combattimenti all'ultimo sangue.
 
Jack in the Dark ha il sapore di un epigrammatico racconto di fate, leggero e delicato come un petalo al vento e tuttavia capace di suscitare genuina inquietudine. Funge anche da testimonianza sulla sfrenata creatività degli anni '90: soltanto allora una software house di peso avrebbe diffuso un videogioco gratis del tutto autonomo, per quanto breve, a scopo promozionale. Oggidì la propaganda viene affidata esclusivamente alle demo, bruschi e spesso insoddisfacenti assaggi in punta di lingua. Altri tempi.

 

Trama:

 

  1924. La notte di Halloween Grace Saunders, bambina di otto anni, entra in un curioso negozio mentre gioca a "dolcetto o scherzetto". Una volta entrata, la porta si blocca alle sue spalle e la piccola si ritrova rinchiusa nello strano locale pieno di giocattoli che paiono muoversi di loro spontanea volontà. Scopre così che nel retro del negozio è tenuto prigioniero nientemeno che Babbo Natale! I responsabili sono proprio i giocattoli, sobillati da un maligno pupazzo dentro una scatola a sorpresa (quello che gli inglesi chiamano Jack-in-the-Box e che in questo caso ha le sembianze di One-Eyed Jack, l'antagonista di "Alone in the Dark 2"). Grace vorrebbe salvare il buon vecchio, ma non sarà un'impresa facile. I balocchi stanno già avanzando minacciosamente verso di lei…


 

Grafica e gameplay:

   Gioco promozionale di brevissimo respiro, Jack in the Dark occupa un solo floppy-disk e può essere completato agevolmente in un quarto d'ora.
  L'
engine è quello creato l'anno precedente da Frédérick Raynal per Alone in the Dark e utilizzato in contemporanea per Alone in the Dark 2 (quest'ultimo è, tra l'altro, apertamente pubblicizzato in appendice a Jack in the Dark con tanto di slogan e screenshot dimostrativi). Grafica datata e assai "blocchettosa", dunque, e tuttavia efficace nel contesto. Il design cartoonesco della piccola Grace Saunders e dei giocattoli cattivelli alimenta l'atmosfera fiabesca evocata dal contesto festivo (curiosa sovrapposizione di Halloween e Natale) e al contempo suscita un sottile disagio visto che i personaggi sfoggiano tratti grotteschi, taglienti e spigolosi, assai lontani dallo sdolcinato look tutto curve e sfere tipico di certi prodotti "vietati ai maggiori".
  Il gameplay risulta più efficace e a tratti più coinvolgente di quello di
AITD2. Bambina di otto anni, Grace non può fare uso di armi. Per sconfiggere i giocattoli che la aggrediscono deve utilizzare in maniera sagace gli oggetti a sua disposizione (tipo un tamburo e un portagioie). Le battaglie si risolvono così in simpatici puzzle ambientali senza spargimenti di sangue. Se sopraffatta dai balocchi Grace non muore, ma si ritrova imprigionata insieme a Babbo Natale, cosa che equivale a un game over.

 

 Analisi

  Walt Disney, autore e tycoon che non ha certo bisogno di presentazioni, quando parlava dei lungometraggi a cartoni animati sosteneva che si trattava di "opere non per bambini, ma per adulti che possano essere tranquillamente viste anche dai bambini ".
  E diceva sul serio. Negli anni '30 e '40, epoca in cui il pubblico infantile non era ancora concepito come
target per cui realizzare specificamente prodotti cinematografici di lungo respiro, sarebbe stato un grave azzardo (anche economico) produrre film di un'ora e mezza che piacessero "soltanto" ai bambini. I giovanissimi non andavano al cinema da soli e un film che non fosse garbato anche agli adulti rischiava seriamente di risolversi in un pericoloso flop commerciale. I lungometraggi disneyani erano dunque frutto di "strategie" molto più complesse di quanto comunemente si crede: dovevano piacere agli adulti prima che ai bambini, in modo che i genitori fossero invogliati a vederli in compagnia dei figli. Ergo, dovevano avere storie narrativamente articolate e personaggi ben caratterizzati, inoltre dovevano evocare una gamma di emozioni piuttosto vasta, mix di umorismo, pathos drammatico e commozione, come avveniva per la maggior parte dei prodotti hollywoodiani.
  Nell'era dei videogiochi la lezione disneyana è stata messa a frutto soprattutto da Shigeru Miyamoto, il "nume tutelare" della Nintendo, che con le saghe di
Mario e Zeld a ha puntato a realizzare (riuscendo perfettamente nell'intento) opere capaci di coinvolgere e appassionare gli adulti oltre che i bambini, prodigi di pixel in grado di risvegliare il fanciullino di pascoliana memoria che sonnecchia in quasi tutti noi.
In ambito survival, è il sottofilone degli
horror deformed a muoversi su una linea simile a quella tracciata da Disney e Miyamoto. Non si tratta di videogiochi concepiti per i soli bambini (e quindi che di orrorifico non hanno nulla, noiosamente edulcorati ed infantili), bensì di opere che puntano ad appassionare sia gli adulti che i bambini. Semplici ma non banali, inquietanti ma non terrificanti, elaborati ma non cervellotici. Tale sottofilone ha tra i suoi migliori esponenti Luigi's Mansion (2001), La Casa dei Fantasmi (2003) e Gregory Horror Show (2003). Nessuna meraviglia che i primi due titoli siano stati realizzati, rispettivamente, da Nintendo e dalla Disney.
 
Jack in the Dark anticipa gli horror deformed. Lo fa più per intuizione, quasi per caso, che non per calcolo. L'appeal fiabesco e leggero che lo pervade è frutto soprattutto di una concomitanza di fattori: la scelta di eleggere protagonista una bambina di otto anni, il breve respiro della vicenda, le evocate festività di Halloween e Natale, le battaglie condotte a "colpi" di indovinelli ambientali. Sicuramente il gioco non fu concepito per un pubblico di soli bambini dato che nel '93 i computer e le BBS erano appannaggio pressoché esclusivo degli adulti. Inoltre la franchise di Alone in the Dark (di cui Jack resta uno spin-off) era una delle più paurose e "mature" fin lì realizzate.
In uno scenario stringato ma vivace si succedono a spron battuto invenzioni simpatiche e visivamente affascinanti. Moderna versione tecnologica e interattiva degli antichi racconti di fate pieni di folletti dispettosi,
Jack in the Dark è colmo di atmosfera magica e al contempo venato di inquietudine e ansia. Merito anche del design tutto angoli e spigoli, forse un po' datato ma perfettamente adeguato alla bisogna. Purtroppo il gioco, proprio per via della sua stringatezza e brevità (si ricordi che può essere completato senza sforzi in un quarto d'ora scarso), occupa inevitabilmente una posizione marginale nella storia dei survival horror e della franchise di Alone in the Dark. Non possiede davvero sufficiente respiro per competere con opere assai più "poderose", deformed e non. Ma chi ama l'insolito e le atmosfere fiabesche non dovrebbe esimersi dal rispolverare questo miniclassico veramente colmo di poesia.
 

Versioni

  La prima versione del gioco fu diffusa gratis a scopo promozionale il Natale del 1993 in un unico floppy-disk nonché
online sulle BBS. In pratica si trattava di un "aperitivo" (benché avulso narrativamente e tutto sommato pure "ludicamente") con lo scopo di ingolosire i player prima della pietanza successiva, quell' Alone in the Dark 2 che a conti fatti si sarebbe rivelato un po' deludente.
  In seguito
Jack in the Dark è stato incluso nelle riedizioni su CD-Rom di Alone in the Dark e Alone in the Dark 2.


  • floppy-disk promozionale gratuito per MS-DOS (1993)

  • incluso nelle riedizioni su CD-Rom per PC di Alone in the Dark e Alone in the Dark 2 (1994)

  • Marco "Night Walker" Montericcio