

Seguito (per modo di dire, perché i due titoli in comune hanno ben poco) di
SOS The Final Escape, è come il predecessore un
survival adventure, un gioco che applica il gameplay tipico dei survival horror a un'avventura di argomento "catastrofico".
Per il secondo capitolo della saga la Irem Software rivede la formula di ibridazione
disaster/horror
migliorandola sotto ogni punto di vista. Stavolta il motore degli eventi è un’alluvione, laddove in
SOS The Final Escape era un terremoto, ma l'autentica novità è un'altra. A differenza della maggior parte delle franchise, che nei sequel si limitano a rifinire il gameplay del titolo precedente lasciando però le caratteristiche salienti sostanzialmente immutate, la Irem in
Zettai Zetsumei Toshi 2 (il titolo originale) applica un netto cambio di passo con risultati oltremodo interessanti. Mentre
SOS The Final Escape
scimmiottava
Resident Evil, Raw Danger
prende a modello
Forbidden Siren
e la sua struttura "frammentaria" distinta in più scenari, più personaggi e più avventure in parallelo. Inoltre le azioni di certi character si ripercuotono indirettamente sugli scenari successivi e possono complicare o facilitare la prosecuzione del gioco.
Naturalmente, trattandosi pur sempre di un titolo
low-budget
finalizzato al puro intrattenimento, in Raw Danger non c'è la densità concettuale che caratterizzava
Forbidden Siren, soprattutto manca l'intento deliberato di sovvertire le unità aristoteliche di Tempo, Spazio e Azione (addirittura in
Siren l'effetto precedeva la causa!). La struttura a episodi e personaggi multipli è stata adottata semplicemente perché era la più idonea a trasmettere l'atmosfera di "catastrofe collettiva" che da sempre caratterizza i
disaster film, ovvio punto di riferimento nell'Immaginario sia dei programmatori che dei giocatori. Nessun substrato "filosofico", dunque, ma ciò non costituisce un limite: il gioco è efficace, coinvolgente, ansiogeno e, a differenza del predecessore, più che dignitoso anche dal punto di vista spettacolare.
Trama
Nel gioco originale i personaggi sono giapponesi, qui si fa uso dei nomi anglofoni utilizzati nelle versioni estere. La vicenda è suddivisa in "scenari" distinti in cui il player ha di volta in volta a che fare con character e avventure differenti, con la città alluvionata come sfondo comune.
Del Ray City, una modernissima metropoli costiera circondata dall'enorme fiume Hudson. La vigilia di Natale del 2010 (il gioco è datato 2006), durante un lussuoso ricevimento, il sindaco è pronto ad annunciare il Geo City Project che trasformerà la città rendendola ancora più all'avanguardia. Ma da troppi giorni su Del Ray piove incessantemente e argini e fognature sono sul punto di straripare.
" Joshua Harwell
(cameriere e studente)" - Nel palazzo in cui si tiene il ricevimento in onore del sindaco lavora come cameriere il giovane studente Joshua Harwell. Qui il ragazzo fa la conoscenza di Stephanie McMurrough, cameriera neo-assunta di famiglia ricca (forse in rotta coi genitori?). All'inizio la festa va per il meglio, anche se il segretario personale del sindaco appare molto preoccupato per ragioni ignote. A un tratto gli argini del fiume cedono e l'alluvione investe l'intera città! Separato suo malgrado dal resto del personale e degli invitati, Joshua prima deve salvare Stephanie, rimasta prigioniera, e poi scappare con lei. Raggiunto l'esterno, i due potrebbero fuggire da Del Ray sfruttando gli elicotteri di soccorso inviati dal ricco padre di Stephanie, ma la ragazza ha un altro obiettivo, vuole ritrovare la matrigna dispersa da qualche parte in città. Tra le due donne non è mai corso buon sangue, ma ora che la matrigna rischia di morire a causa dell'alluvione Stephanie desidera "regolare i conti". A Joshua non resta che accompagnarla...
" Amber Brazil
(ricercata per omicidio)" - La studentessa universitaria Amber Brazil va a trovare il fratello Daniel, cui è molto legata ma che non sente da tempo. Sulla soglia dell'appartamento incontra un uomo in nero che fa strani discorsi prima di fuggire. Pochi istanti dopo Amber scopre che il fratello Daniel è morto assassinato; arriva la polizia che giudica la ragazza colpevole e la arresta. Mentre Amber è in cella si verifica l'alluvione così, grazie al caos e a brecce nei muri, la donna può approfittarne per evadere. Purtroppo ha alle calcagna i poliziotti, sempre più incattiviti e convinti che sia davvero lei la responsabile dell'omicidio, e a causa delle manette ai polsi è facilmente identificabile anche da parte dei comuni cittadini. A un certo punto si imbatte in Aiden Chase, il segretario del sindaco (visto di sfuggita nel 1° scenario), che crede alla sua innocenza e si offre di aiutarla. I due tornano all'appartamento di Daniel in cerca di indizi che possibilmente conducano al misterioso uomo in nero. Ma è davvero costui l'assassino?
" Isaac Schiller (tassista)" - Il tassista trentacinquenne Isaac Schiller preleva come cliente Sophia Briggs, giornalista sciroccata sulle tracce di un grande scoop. Sophia durante il ricevimento in onore del sindaco ha raccolto voci sulla NorCal, industria farmaceutica coinvolta in affari sporchi, e ora vuole indagare. Isaac, brav'uomo che fino a quel momento aveva condotto una vita assolutamente tranquilla, si ritrova così invischiato suo malgrado in una folle avventura più frenetica delle montagne russe! A farne le spese sarà soprattutto il suo taxi, visto che l'alluvione furibonda non concede sconti.
" Paige Meyer (collegiale)" - La studentessa sedicenne Paige Meyer viene sorpresa dall'alluvione mentre si trova alla Del Ray High School. Paige è una ragazza terribilmente passiva e introversa, vittima prediletta dei crudeli scherzi dei compagni, soprattutto della presuntuosa e saccente Emily Rose. Anche in questa circostanza Emily ha dato il peggio di sé, rinchiudendo Paige in un armadietto proprio mentre le masse studentesche stavano evacuando a causa dell'alluvione. Paige si ritrova così sola e abbandonata nella scuola allagata e pericolante. Per di più è pedinata da qualcuno con pessime intenzioni nei suoi confronti...
" ??? ??? (uomo sofferente di amnesia)" - Un uomo con la testa bendata e un camice da dottore si risveglia in strada. L'uomo è del tutto privo di memoria, forse a causa della ferita al capo. Non riconosce nemmeno la ragazza malata e in preda al delirio febbrile che gli sta accanto e che in qualche modo sembra avere a che fare con lui. I due dovranno fare del loro meglio per sopravvivere all'alluvione e l'uomo tenterà di recuperare i ricordi partendo da pochi sprazzi di memoria: l'industria NorCal... una minaccia pandemica incombente...
Grafica e gameplay
Per alcuni aspetti il gameplay ricorda quello dell'episodio precedente, ma nei nodi principali
Raw Danger
ha caratteristiche molto diverse rispetto aSOS The Final Escape. La struttura a scomparti (nient'affatto "stagni") che suddivide l’opera in più scenari, più personaggi e più avventure, nonché più ritmi, rende l’esperienza di gioco maggiormente variegata e frizzante rispetto a
SOS, che pativa qua e là momenti di stanca e torpore.
Basilarmente, il titolo resta un survival atipico rispetto agli horror-games “puri”, incentrato com’è su personaggi che, anziché contro mostri, devono vedersela con allagamenti, inondazioni, crolli di palazzi e di strade (tutti dovuti a programmazione prestabilita come in
SOS, non generati casualmente). Mentre in
SOS The Final Escape i personaggi per sopravvivere dovevano dissetarsi di tanto in tanto, qui c’è l’obbligo di individuare con una certa regolarità punti in cui riscaldarsi e asciugare gli abiti, altrimenti si muore assiderati (infradiciarsi sotto Natale non è molto salutare). E' anche possibile ritemprarsi mangiando cibo riscaldato, però l’inventario è ristretto e le scorte di scatolame occupano spazio. Ogni personaggio è dotato di un talento peculiare, per esempio Joshua abbracciando Stephanie può riscaldare sia se stesso che la ragazza. Esistono finali multipli per ogni scenario, come è tipico della maggior parte degli horror ludici, ma soprattutto esiste la possibilità di scegliere tra differenti linee di dialogo quando si conversa con personaggi-non-giocanti, novità assoluta rispetto a
SOS. I dialoghi possono influenzare il gameplay (es.: più Joshua è gentile con Stephanie, più la ragazza si lascia abbracciare volentieri e il calore generato aumenta), ma la funzione primaria è vivacizzare le situazioni, dando qua e là pennellate di umorismo “surreale” che non guastano, anzi impediscono al gioco di esasperare le melensaggini tipiche dei
disaster film. Alcune azioni possono influire sugli scenari successivi; Joshua, per esempio, è in grado a un certo punto di salvare Stephanie in maniera rapida, provocando però un piccolo crollo che in seguito renderà assai più complicata la vita degli altri personaggi.
Completando il gioco due volte, si sblocca un sesto scenario avente come protagonista Keith Helm, il personaggio principale di
SOS The Final Escape, qui un po’ invecchiato e con una gamba magagnata per via della catastrofe precedente.
Per quanto riguarda le ambientazioni, la grafica è decisamente migliorata rispetto al primo episodio della franchise. Gli effetti di allagamento, con l’acqua gelida che scorre impetuosa, sono resi in maniera convincente. Lascia perplessi invece il character-design: i personaggi appaiono sommari e poco espressivi come già avveniva in
SOS The Final Escape, il che costituisce un vistoso limite visto che l’opera vorrebbe farci appassionare il più possibile ai loro drammi umani. E’ quanto purtroppo manca per compiere il definitivo salto di qualità. Colonna sonora funzionale.
Analisi
Un'analisi del background (soprattutto cinematografico) cui la franchise si appoggia è già inclusa nella scheda dedicata a
SOS The Final Escape, per cui inutile ripeterla in questa sede.
E' importante però precisare che in
Raw Danger
la tematica catastrofica è utilizzata in maniera abbastanza originale rispetto ai consunti standard del genere. L’alluvione, che in un primo momento si manifesta con assoluta prevedibilità - ovvero come disastro naturale che rovina la vita più o meno tranquilla di brave persone comuni -, col procedere della vicenda assume inaspettatamente caratteristiche quasi positive. Infatti è proprio l’alluvione a ostacolare la minaccia pandemica che grava sulla città e a impedire che i cattivi (tizi
realmente insospettabili,
come in un thriller; nulla a che vedere con terroristi e affini) diffondano il virus provocando stragi peggiori.
L’alluvione, insomma, si configura come qualcosa di molto vicino alla
peste provvidenziale
di manzoniana memoria. Qualcosa di tremendo e disastroso che funge anche da “scopa”
, capace di eliminare i cattivi (e tutto il loro carico di azioni malvagie) insieme, inevitabilmente, ad alcune brave persone. Naturalmente, essendo
Raw Danger
un gioco finalizzato all’intrattenimento, sarebbe fatica inutile tentare di individuare al suo interno una concezione di Dio o della Storia filosoficamente complessa quanto quella di Alessandro Manzoni. Obiettivo degli autori non è riscrivere le regole del genere o ripensarle in chiave postmoderna, ma semplicemente mischiare le carte in modo da offrire al player una smazzata imprevedibile e nient’affatto scontata.
Il primo scenario è il più lungo e il più canonico, ma anche il più aperto a un’originale rilettura ironica. La vicenda di Joshua e Stephanie, all’inizio estranei ma progressivamente sempre più vicini fino all’inevitabile innamoramento, rientra agevolmente nei
tòpoi delle avventure catastrofiche, come
Titanic
insegna. Tuttavia coinvolge quanto basta ed eseguendo scelte insolite (es., Joshua che alla richiesta del padre di Steph di aiutare la figlia risponde “E’ una rottura di scatole ma tenterò” anziché “Farò il possibile per proteggerla”, oppure che approfitta dello svenimento della fanciulla per annusarla) muta l'intreccio serio in una sorta di parodia, lasciando intendere quanto sia sottile il confine tra tragico e ridicolo quando si sguazza in atmosfere fortemente melodrammatiche. Va da sé che in tale circostanza l’avventura diventa un po’ più difficile per il player, in quanto Stephanie non ci tiene proprio a farsi abbracciare da un cafone e quindi i due personaggi hanno seri problemi a riscaldarsi.
Il secondo scenario è impostato come un thriller d'azione, ricco di suspense sia per quanto riguarda la caccia investigativa al vero assassino del fratello di Amber, sia per la necessità di sfuggire ai poliziotti sulle tracce della sfortunata ragazza e intenzionati a farle la pelle a tutti i costi.
Naturalmente i disastri provocati dall'alluvione rendono l'avventura ancora più tesa. Azzeccato il colpo di scena finale, dove l'assassino si rivela il personaggio meno sospettabile, quello che nessuno prenderebbe in considerazione.
Il terzo scenario è quello più spontaneamente vicino ai toni della commedia, per l'esattezza ai film in stile “strana coppia" (buddy movie). La vicenda del tassista Isaac, uomo placido dalla condotta di vita assolutamente regolare che si ritrova coinvolto in una scatenata avventura per colpa della sciroccatissima giornalista Sophie - la quale, ovviamente, non ha il becco di un quattrino e finirà col ridurre il taxi in stato pietoso - si basa su caratteristiche elementari, ma è talmente accattivante grazie alla solida formula di impianto classico e alla familiarità dei modelli cui si ispirano personaggi ed eventi da suscitare simpatia istantanea. I due ne passeranno di cotte e di crude e Isaac dovrà sudare quattordici camicie per salvare la pelle a se stesso e alla cliente, dotata della facoltà innata di cacciarsi nei guai.
Il quarto scenario è il più breve e il più elegiaco. Sola e abbandonata in una gelida scuola a pezzi, l’ultra-passiva Paige non ha altro appoggio che i propri dolorosi ricordi e le proprie ossessioni. Il personaggio, rinchiuso in se stesso al limite dell’autismo, trasmette un senso di desolazione sbrigativo, ma autentico. Il colpo di scena finale, non del tutto inaspettato ma che conduce a un finale multiplo nettamente ripartito tra “positivo” e “negativo”, rafforza il senso di gelo e di abbandono. L’unica seria critica che si può muovere allo scenario è il debole legame narrativo con gli altri episodi.
Il quinto capitolo costituisce un po’ la
summa
delle caratteristiche degli scenari precedenti e allo stesso tempo se ne distingue per il forte senso di privazione. C’è una coppia uomo-donna, ma non si parla d’amore. C’è un’indagine, ma mancano autentici risvolti polizieschi. C’è elegia, ma non desolazione assoluta. Ci sono possibili opzioni comiche, ma tenui e non decisive. E’ anche lo scenario che scioglie i nodi rimasti fin lì in sospeso e dà una degna conclusione alla trama, pur non mancando neppure qui finali multipli ben distinti. Lo scenario-extra che vede protagonista Keith Helm è più un’appendice che altro.
In conclusione, Raw Danger è un’opera sicuramente di formula, ma capace di rivitalizzare in maniera lodevole i modelli stereotipati cui si ispira, nonché di brillare di luce propria e fornire al player un intrattenimento godibile.
Il capitolo successivo della franchise è Zettai Zetsumei Toshi 3
(aprile 2009; diffuso solo in Giappone), che però si appoggia esclusivamente alla PlayStation Portable e quindi non è stato incluso nel presente saggio, giacché esula dai criteri selettivi.
Versioni
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>Gioco solo per PlayStation 2. Il titolo giapponese è
Zettai Zetsumei Toshi 2: Itetsuita Kiokutachi; Raw Danger è quello usato per le edizioni occidentali, sia americana che Pal.
Come nel caso del predecessore
SOS The Final Escape, nella versione originale i personaggi erano giapponesi e il gioco ha subito un massiccio processo di localizzazione per le versioni estere.
Basti dire che quasi tutte le capigliature scure originali sono diventate bionde o castane. La matrice nipponica è tuttavia ben distinguibile - persino più che in
SOS - dato che il gioco è zeppo di scritte in ideogrammi rimaste immutate. Sottotitoli esclusivamente in inglese. Pollice verso per il doppiaggio, uno dei peggiori che orecchio umano abbia la sventura di ascoltare.
Sony PlayStation 2 (2007)
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Marco "Night Walker" Montericcio
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Screenshot
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- 800 x 600 -

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