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Se state leggendo queste righe, ci siete cascati anche voi. I collezionisti a oltranza ci cascano sempre, si lasciano accalappiare da titolo e cover e si illudono di essersi imbattuti in chissà quale oscura imitazione di
Resident Evil, magari di serie B ma comunque con caratteristiche ‘ortodosse’.
Niente di tutto ciò. Il gioco NON é affatto un survival horror, e titolo e copertina della versione Pal sono un’invenzione truffaldina di 505 GameStreet, distributore per l’Europa di titoli giapponesi dalla caratura medio-bassa.
Noto in Giappone come
The Kyonshi Panic e facente parte della collana
very-low-budget Simple 2000 di D3 Publisher, il gioco é un banalissimo
hack & slash in cui si impersona un’esorcista che deve eliminare un po’ di vampiri cinesi (no, non sono zombie) da un palazzo infestato. Tutto qui. Nessuna autentica trama, nessuno spunto di originalità nel gameplay, nessun elemento sanguinoso od orrorifico. E, ovviamente, nessun brivido di paura.
Nell'insieme l'opera ispira, tutto sommato, simpatia come esempio di videogame fatto a tutti i costi, a dispetto dei limiti cronici di budget e di idee, e in altra sede avrebbe potuto aspirare a una valutazione maggiore. Ma questa è un'enciclopedia di giochi di genere…
Trama
Il gioco non ha una vera e propria trama ma solo una "situazione", un'esile canovaccio che funge da pretesto per le battaglie contro i mostri.
Hong Kong, 2050. In un vecchio palazzo abbandonato sottoposto a ristrutturazione compaiono improvvisamente dei jiangshi (vampiri locali che nulla hanno a che vedere con gli zombie nostrani). La giovane esorcista Shin Fu Yue viene incaricata dal governo di ripulire il luogo dai mostri, salvando al contempo gli inquilini abusivi e gli operai addetti ai lavori. Seguiranno battaglie a go-go.
Grafica e gameplay
Canonicissimo (anche troppo)
hack & slash, il gioco mette a disposizione di Fu Yue e del player tre armi aventi lo scopo di indebolire i
jiangshi: spada, pistola e riso consacrato. Per eliminare definitivamente i mostri, altrimenti destinati a resuscitare di continuo, si ricorre al classico sigillo esorcizzante. L'esplorazione del palazzo infestato è suddivisa in "livelli" e "missioni", e ogni missione per venire completata richiede la salvezza di un numero minimo di superstiti entro un certo lasso di tempo. Non uno straccio di originalità, quindi. Nel gioco non mancano neppure le scontatissime boss-battle contro avversari di fine livello appena più tosti della media.
Anche la grafica è tipica delle produzioni low budget, con spettacolarità ed effetti speciali al minimo sindacale. Inoltre i personaggi, eccessivamente stilizzati e somiglianti a sommarie
action figure, non suscitano empatia né possiedono
flavour epico. Sangue zero, senso di minaccia idem: i saltellanti
jiangshi hanno la mera funzione di nemici generici e si rivelano incapaci di ispirare qualsiasi timore.
Analisi
Dai tempi della PlayStation la giapponese D3 Publisher si é specializzata nella realizzazione di opericciuole videoludiche dai costi bassissimi e, spesso, dai pregi direttamente proporzionali. Il boom della PlayStation 2 ha costituito un'eccellente opportunità per questo publisher capace di radunare sotto di sé varie software house di modeste dimensioni e capacità, giacché l’enorme piattaforma di utenti Sony ha quasi sempre garantito in partenza una quantità sufficiente di vendite, anche quando i titoli appartenevano alla serie Z più squallida.
Ovviamente in un simile contesto spettacolarità e idee originali finiscono per forza di cose col latitare come l'acqua nel deserto.
La D3 si accontenta da sempre di sfornare titoli magari simpatici ma saldamente ancorati alla formula, con pochi guizzi, nel migliore dei casi caratterizzati da bizzarrie visive (un po' trash) utili più a conferire un minimo di identità che effettivo pregio qualitativo. E' il caso
The Daibijin (Simple 2000 Series Vol. 50, distribuito in Europa come
Demolition Girl), in cui il player manovrando aerei deve salvare Tokyo dal terribile attacco distruttivo di… una ragazza popputa in bikini alta un centinaio di metri! In taluni casi la D3 é riuscita a raggiungere la zona
cult, per esempio con la fascinosa serie di
Oneechanbara, ma quasi sempre i suoi parti si sono rivelati scarsamente interessanti, piagati alla radice dalla mediocrità di budget e di spunti.
E’, a ben vedere, anche il caso di questo
The Kyonshi Panic, capitolo 65 della collana
Simple 2000
(così chiamata perché i titoli costano appena 2000 yen, suppergiù 11 Euro). Il
jiangshi (in Giappone pronunciato "kyonshi") é il vampiro della tradizione cinese, totalmente diverso da quello gentiluomo con canini e ampio mantello tipico dell’iconografia occidentale. Non azzanna le sue vittime ma fa sprizzare a distanza il sangue per poi assorbirlo attraverso fauci e narici. Inoltre si sposta a balzi e si può esorcizzare solo mediante un apposito sigillo o facendogli inghiottire a forza del riso consacrato.
La cinematografia di Hong Kong ha sfruttato per anni l'affascinante figura del
jiangshi in numerosi film horror per adulti (i famigerati "categoria III" hongkonghesi), tra cui merita assolutamente una menzione il pirotecnico
Mr. Vampire
di Ricky Lau (Ch'ing Shih Hsiensheng, 1985), talmente famoso da possedere stuoli di fans anche in occidente e da generare quattro seguiti ufficiali, nonché un’infinità di imitazioni.
Mr. Vampire
é sia un esempio perfetto del miglior cinema di genere di Hong Kong (un mix di elementi disparati, soprattutto orrore, arti marziali e commedia, fusi in un amalgama unico), sia un film visivamente dinamicissimo e ricco di idee, capace di rendere giustizia come pochi al fascino folcloristico dei mostri cinesi.

Cosa che invece non riesce affatto a questo The
Kyonshi Panic. I nemici di Fu Yue sono
jiangshi, ma al loro posto la Tamsoft poteva piazzare qualsiasi altro mostriciattolo e nulla sarebbe cambiato. L'opera in sé si lascia giocare e non possiede falle evidenti nel gameplay, ma ostenta una pigrizia mentale e una cronica mancanza di idee abbastanza sconfortante. La software house, altre volte più brillante, si è accontentata di imbastire una sbrigativa situazione di partenza (l’esorcista che deve eliminare i vampiri) per poi abbinarla a una struttura ludica altrettanto basilare, iterata
ad libitum, senza mai sforzarsi di trascendere la monotonia tipica degli
hack & slash più ripetitivi.
Il titolo é anche privo di quegli elementi
exploitativi
che avrebbero perlomeno garantito un po’ di trucido divertimento. La protagonista non é sexy né accattivante, e i valori di violenza visibili sullo schermo restano molto, molto bassi. E’ decisamente un limite, dato che spesso il cattivo gusto e il solletico ai bassi istinti sono preferibili alla grigia mediocrità. Il gioco in sé, ripeto, non è particolarmente mal fatto, ma resta privo di qualsiasi interesse per gli amanti di survival e dell'horror in generale. Innocuo
action
per ragazzini.
La scelta truffaldina del distributore 505 GameStreet di spacciare i jiangshi per zombie e di occultare il grigiume sotto un falso titolo e una falsa cover si commenta (e condanna) da sé.
Versioni

Il titolo é solo per PlayStation 2, come tutte le produzioni D3 della serie
Simple 2000 edite in Europa.
Per gli amanti di trivia, il personaggio di Fu Yue appare anche in
All Star Fighters
(Vol. 91 della collana), poverissima imitazione D3 delle
Rumble Roses
Konami (belle ragazze discinte che fanno catfight sul ring).
Non esiste versione americana.
- Sony PlayStation 2 (2006)
Marco "Night Walker" Montericcio
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