PAINKILLER: BATTLE OUT OF HELL
Id., Polonia 2004 - Software house: People Can Fly
Publisher: DreamCatcher Interactive
Project Lead: Adrian Chmielarz
Lead Char-Design & Animation: Michal Kosieradzki
Lead Level Designer: Andrzej Poznanski
Lead Programmer: Bartlomiej Sokolowski
Sound Designer: Adam Skorupa


   

 

Seguito di Painkiller è un'espansione che, come spesso avviene in questi casi, non ha molte novità concettuali da aggiungere al concept di partenza - già derivativo di suo - ma offre nuovi livelli da esplorare e nuove categorie di mostri da trucidare.

E sono caratteristiche più che sufficienti per chi apprezza il genere. Il gameplay è rimasto immutato: sparatutto vecchio stile, tipo Doom o Quake, dove il player deve farcire di piombo legioni di mostriciattoli variamente tipizzati che attaccano alla rinfusa. La grafica del Pain Engine è migliorata, seppur di poco, e anche il "tono" è un po' differente. Ora prevalgono le atmosfere cupe e mortifere (vedansi in particolare l'Orfanotrofio, il Manicomio, la Città Morta e Leningrado), pur continuando l'insieme a mantenersi 'sopra le righe' e quindi ad alleggerirsi con divertita ironia.


Ovviamente l'effetto novità è svanito e l'opera si rivolge esclusivamente ai fans (non a caso si tratta di un'espansione anziché di un gioco autonomo), ma per questi ultimi è proprio imprescindibile.

 

       
 
     Trama


   La storia comincia esattamente là dove si concludeva il primo "Painkiller" (anche se giocando a difficoltà Trauma si otteneva un finale del tutto diverso...).
Daniel Garner è giunto all'Inferno e ha eliminato Lucifero solo per scoprire di essere stato manipolato dal generale demoniaco Alastor, che lo ha sfruttato a sua insaputa per togliere di mezzo il rivale e impossessarsi del potere.
Ora è Alastor il nuovo monarca dell'Inferno e l'uomo si ritrova imprigionato senza apparente via d'uscita. Per fortuna l'intervento di Eva apre un passaggio dimensionale grazie al quale Daniel e la stessa Eva raggiungono una sorta di limbo.
Ora Daniel ha una nuova missione da compiere. Alastor si sta preparando ad attaccare in forze il Paradiso e lui deve fermarlo. Per riuscirci dovrà passare attraverso una decina di 'mondi' purgatoriali eliminando strada facendo tutti i demoni che gli si pareranno davanti.
Solo allora e solo dopo aver raggiunto e sconfitto definitivamente Alastor la missione di Daniel potrà dirsi conclusa.
Forse.


   Grafica e gameplay

Poco da dire. Come è tipico dei sequel-espansione, Battle out of Hell si limita ad apportare piccole varianti al gioco originale, puntando quasi esclusivamente a espandere (appunto) il parco di armi, nemici e locazioni, senza mutamenti sensibili alla struttura ludica.
Da questo punto di vista l'opera esegue egregiamente il proprio compito. Aggiunge due nuove armi - che diventano di fatto quattro, visto che ciascuna possiede una modalità di fuoco secondaria -, nuovi Tarocchi Neri capaci di fornire strabilianti poteri, nuovi livelli a compartimenti stagni (10 in tutto) e nuovi abomini da sconfiggere.
Il Pain Engine si presenta migliorato e pure il multiplayer sfoggia nuove modalità. Sempre molto brillante e inventivo il design di locazioni e mostri. Anche se in taluni casi fa capolino la stanchezza (il Laboratorio è uno dei livelli più piatti e monotoni mai visti in un FPS), a prevalere è la volontà di offrire nuove esperienze visuali e ludiche, in modo che
Battle out of Hell sia qualcosa di più di un 'remake-spacciato-per-sequel', trappola in cui cadono spesso molti programmatori. Così abbiamo Loony Park, dove si percorre un viaggio al cardiopalma a bordo di un ottovolante, il Colosseo, pieno di trappole letali da evitare, e il Pozzo di Pietra, dove ci si sposta dal basso verso l'alto arrampicandosi per scale, corde e carrucole pericolanti. L'ideale per chi soffre di vertigini! Apprezzabilissima l'atmosfera crudele e sfacciatamente politically un-correct dell'Orfanotrofio, dove i nemici da massacrare sono bambini e bambine, ma anche la plumbea Città Morta abitata solo da zombie e il carnaio di Leningrado sono da antologia del weird.
Trattandosi di un'espansione non autonoma,
Battle out of Hell necessita dell'originale Painkiller per funzionare. Le edizioni più recenti includono ambo i giochi in un'unica confezione. Qua e là fa capolino qualche bug, ma le patch di Painkiller (ve ne sono diverse, dalla 1.61 alla 1.64) possono porvi rimedio con facilità.

    Analisi

Il concept è, logicamente, lo stesso del gioco principale, di cui BooH  rappresenta ‘solo’ un’espansione non autonoma. Per un’analisi critica accurata si rimanda dunque alla scheda su Painkiller che qui non è il caso di stare a ripetere.
Sostanzialmente
BooH si limita a espandere la gamma degli elementi già presenti nel primo capitolo. Più locazioni, dunque, e più nemici, più armi, più varietà nel gameplay. Anche più atmosfere. BooH ammicca con maggior decisione all’horror propriamente detto rispetto al predecessore. Lo fa nel modo ironico e disincantato che contraddistingue la franchise, certo, ma la presenza di ingredienti orrorifici è comunque consistente e senza dubbio rappresenta un valore aggiunto per i patiti di terrore pixellato. Abbiamo così il tenebroso Orfanotrofio con bambini da massacrare – prima che loro massacrino noi! -, il Luna Park traboccante clowns schizzati, il cupissimo Manicomio che pullula di disturbanti freak, la zona finale del Laboratorio infestata da piranha famelici, la Città Morta che in onore al proprio nome è popolata solo da zombie.
Le situazioni inquietanti abbondano e, per quanto l’azione frenetica e il ritmo scanzonato facciano da padroni, è impossibile non provare in più di un frangente sincera angoscia.
BooH si segnala anche per il finale, che insieme a quello di
Painkiller costituisce una citazione e al contempo un’interessante riflessione critica su Doom, modello principe della franchise.
Come i patiti sanno,
Doom terminava in modo beffardo. L’eroe, dopo aver liberato Marte dai mostri invasori, tornava sulla Terra solo per scoprirla invasa a sua volta!

Al di là dell’alone vagamente ironico, tale finale serviva ad aprire la strada a Doom II e a rimarcare l’idea che la missione di un eroe in perenne servizio contro il Male assoluto non ha mai davvero fine. Painkiller e BooH ripensano tale concetto e lo destrutturano permettendosi anche di rivestirlo di amara ironia. In Painkiller l’eroe Daniel Garner veniva beffato dagli avversari addirittura tre volte. Prima da Lucifero sotto mentite spoglie, poi dall’angelo Sammael, infine da Alastor (il finale ottenibile a difficoltà Trauma non conta: BooH lo ignora totalmente). Di fatto, ogni volta che il Male sembrava sconfitto rinasceva più forte di prima, e ciò proprio a causa delle azioni compiute da Daniel, che dunque gettava inconsapevolmente i semi di catastrofi peggiori. Tutto ciò allo scopo di ribadire che il Male non muore mai e che l’eroe è condannato a combattere in eterno? Probabilmente.
Per introdurre nuovi capitoli della franchise? Forse. Ma anche per rilevare come la forza bruta serva a poco o nulla quando non è accompagnata da buon senso. Buon senso che in
BooH a Daniel continua a mancare, e la vicenda termina ancora - stavolta senza scampo: c’è un unico finale in BooH - con una sostanziale sconfitta e con l’eroe beffato da coloro di cui si fidava di più. La riflessione sul concept di Doom non è mai stata più amara, anche se un po’ d’ironia aleggia sempre e comunque: sparare brutalmente su tutto ciò che si muove è divertente, ma non è davvero il metodo migliore per ‘sistemare’ le cose. Nemmeno in un videogioco.
Il capitolo successivo è
Painkiller: Overdose.
 

   Versioni

 
 Espansione non autonoma, Battle out of Hell abbisogna del primo Painkiller per funzionare. Le edizioni più recenti includono in un'unica confezione ambo i giochi (talune anche i successivi titoli della franchise, Overdose e Resurrection).

Qualche bug mina la stabilità dell'opera, ma vi si può porre rimedio con le patch (dalla 1.61 alla 1.64) facilmente reperibili sul web.

Painkiller: Hell Wars per Xbox comprende 5 dei 10 livelli di Battle out of Hell, ma la "storia" narrata - tramite filmati avulsi dalle parti interattive - è solo quella del primo Painkiller.

  •  Windows PC (espansione di Painkiller 2004)
  • incluso nel cofanetto Painkiller Gold/Black Edition insieme al primo Painkiller per Windows PC (2004)
  • 5 livelli dei 10 originali inclusi nell'edizione Painkiller: Hell Wars per Microsoft Xbox (2006)
  • incluso nel cofanetto Painkiller Universe/Triple Dose insieme a Painkiller e Painkiller: Overdose per Windows PC (2008)
  • incluso nel cofanetto Painkiller Pandemonium insieme a Painkiller, Painkiller: Overdose e Painkiller: Resurrection per Windows PC (2009)

  •                                                        
  •                                                         Marco "Night Walker" Montericcio     

  • *** Screenshot ***
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      *** Wallpaper ***
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